CHE COS’E’ L’OSTEOPOROSI?
L’osteoporosi è una malattia metabolica dell’osso, che vede squilibrarsi le squadre cellulari che lo compongono. Gli osteoblasti, che sono dediti alla formazione dell’osso nuovo, gli osteoclasti, che invece riassorbono l’osso vecchio non più efficiente e gli osteociti, che rimanendo intrappolati nella matrice mineralizzata, sembrano agire da regolatori di questo traffico. Nell’osteoporosi gli osteoblasti sembrano prevalere in numero ed in attività sulle altre popolazioni cellulari. Il risultato è un osso più rarefatto e fragile. La riduzione globale della massa ossea deriva però dall’azione di molti più fattori (ormoni, citochine, farmaci, patologie) ed è un processo certamente molto più complesso di come si è cercato di semplificare per gli scopi di questo articolo. La massa ossea può essere misurata con un esame radiologico che si chiama Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC), che va eseguita nelle donne dopo la menopausa e negli uomini con particolari fattori di rischio (uso di cortisone, fumo di sigaretta, bronchite cronica, Morbo di Parkinson, epilessia, sedentarietà).
PERCHE’ E’ PERICOLOSA?
L’osteoporosi è una patologia particolarmente pericolosa perché silenziosa. Non provoca dolore e spesso non da alcun segno di sé fino alla comparsa delle sue conseguenze più temibili, rappresentate dalle fratture. Le fratture da osteoporosi più frequenti sono le fratture vertebrali, le fratture di polso, le fratture di femore. Tali fratture riducono la qualità e l’aspettativa di vita in maniera drammatica. L’osteoporosi è una patologia pericolosissima perché sta assumendo le caratteristiche di un’epidemia. L’invecchiamento della popolazione, la diffusione di alcuni comportamenti a rischio (sedentarietà, fumo di sigaretta, anoressia, bulimia) stanno producendo un incremento tanto straordinario quanto passato sotto silenzio. L’ultima ricerca epidemiologica italiana è di oltre 10 anni fa. Negli ultimi 15 anni le fratture di femore operate nell’ospedale in cui lavoro (Oliveto Citra, SA) sono raddoppiate. Se si pensa che una frattura di femore è gravata da una mortalità superiore, lascia il doppio di pazienti invalidi e viene risarcita dal Servizio Sanitario Nazionale con il doppio del costo rispetto all’infarto miocardico, non si comprende come mai non siamo sottoposti a continue campagne di informazione e di prevenzione dell’osteoporosi. Nessuno dimenticherebbe di prendere un farmaco per l’ipertensione o un anticoagulante senza essere rimproverato dal medico curante, mentre la metà dei pazienti con osteoporosi smette di prendere i farmaci nell’indifferenza generale. Qui sta il pericolo.
L’OSTEOPOROSI SI TRASMETTE GENETICAMENTE?
Molti sono i geni coinvolti nella patogenesi dell’osteoporosi. Da quelli che servono per la sintesi del recettore della vitamina D e del paratormone, del coenzima per la trasformazione degli androgeni in estrogeni , a quelli che sintetizzano le varie proteine coinvolte nella regolazione del metabolismo osseo. Gli studiosi di tutto il mondo sono impegnati nella ricerca del “gene-chiave” da correggere per curare o prevenire l’osteoporosi. Purtroppo a fronte di tutti questi studi non sono stati raggiunti ancora risultati definitivi e l’obiettivo sembra ancora lontano. Quello che è certo è le donne caucasiche ed asiatiche hanno un rischio di frattura molto maggiore delle donne di colore di pari età e peso corporeo. Il rischio di frattura, inoltre, aumenta drasticamente nelle figlie delle pazienti osteoporotiche che hanno subito almeno una frattura. La genetica sembra comunque responsabile di almeno il 50-80% del rischio di frattura.
L’OSTEOPOROSI SI PUO’ PREVENIRE?
L’osteoporosi è una patologia multifattoriale, su cui incidono fattori di rischio non modificabili, come l’età, il sesso, l’età alla menopausa o le patologie predisponenti. Per fortuna esistono dei fattori di rischio modificabili, che praticamente rappresentano ciò che si può e si deve fare per prevenire l’osteoporosi. Premesso che lo scheletro si costruisce fino all’età di 24 anni per le donne e 28 anni per gli uomini, è di fondamentale importanza garantire ai nostri ragazzi un adeguato apporto di calcio con la dieta, l’attività fisica moderata e continuativa, preferibilmente all’aria aperta, per l’azione del sole che arrossando la pelle sintetizza Vitamina D. Nei Paesi anglosassoni, che si sono accorti che la carenza di vitamina D rappresenta un’epidemia ed un grave rischio per la salute, hanno deciso di addizionarla ai cibi (latte, olio, etc.). Prima o poi lo capiranno anche i politici italiani. Evitare di fumare, alimentarsi in maniera equilibrata senza dimagrire troppo e senza aumentare troppo di peso rappresentano tutti presidi non farmacologici della terapia dell’osteoporosi.
Concludendo va sottolineato che l’osteoporosi è una patologia multifattoriale importante ed in aumento, che va riconosciuta e diagnosticata adeguatamente perché oggi sono disponibili farmaci di estrema efficacia, capaci di ridurre il rischio di frattura dal 40 al 70%, per cui è certamente poco furbo trascurarne la cura. Pensiamoci.
Dott. Francesco Saverio Alfano – Medico Internista