Ormai viviamo in un’epoca in cui vediamo cadere ogni tipo di tabù, ciononostante quando arriva il momento di parlare di sesso, si evidenziano ancora delle resistenze da parte dei genitori.
Ma parlare di sessualità è un compito educativo fondamentale per i genitori e qualora dovessero sottrarsi lascerebbero che siano solo le immagini erotiche che provengono da ogni tipo di canale ad “educare al sesso” i nostri figli.
Come parlare di sesso in famiglia?
Non c’è un momento giusto o sbagliato ma vi è un graduale accompagnamento alla scoperta del corpo e delle sensazioni.
Tutti i bambini scoprendo il proprio corpo sperimentano nuovi stimoli; non si tratta della tipica sessualità adulta ma di sensazioni generalizzate. Essere al fianco dei bambini durante queste scoperte vuol dire già fare educazione sessuale.
I bambini dopo i due anni iniziano a notare le differenze anatomiche con il sesso opposto. Fanno dunque tante domande sulle differenze tra maschio e femmina.
Si chiedono come nascono i bambini. Perché lui ha il pisellino e io no?
“La loro curiosità va accolta positivamente”.
Evitiamo, quindi le solite storielle su come sono venuti al mondo e senza scendere nei particolari iniziamo a parlare di quanto i genitori vogliono bene ed esprimono questo bene attraverso lo scambio di baci e abbracci. I bambini hanno bisogno di instaurare un rapporto di fiducia con le figure di riferimento per cui occorre chiarezza ma allo stesso tempo semplicità adeguando il proprio linguaggio a quello del bambino e alla loro capacità di comprendere.
Nel caso in cui il bambino non mostri interesse non bisogna preoccuparsi più del dovuto, evidentemente non è ancora giunto il momento; caso contrario invece se inizia a mostrare un interesse eccessivo nei confronti della sessualità tanto da distoglierlo dalle attività tipiche della sua età. In questo caso bisogna chiedersi il perché senza avere troppa apprensione infatti questo interesse potrebbe essere dovuto al fatto che sia stato esposto alla visione di immagini non censurate o all’aver ascoltato storielle non adeguate alla sua età tanto da averlo esposto a sentimenti di paura e tensione.
Infine ecco alcuni semplici accorgimenti sul comportamento più adeguato da seguire:
– Iniziare a parlare di sesso fin da bambini adeguando il nostro linguaggio al loro.
– Una volta avviato il discorso lasciare che sia la curiosità del bambino a stimolare le nostre risposte.
– Far attenzione al linguaggio del corpo ed ai disegni del bambino (molte volte i bambini esprimono tensione, paura, disagio attraverso il disegno).
– Utilizzare termini semplici ma corretti (pene, testicoli, vagina, seno, etc.)
– Nei limiti del possibile provare ad essere adulti aperti alla realtà in cui si vive e non ancorati ai propri tempi e alle proprie abitudini o convinzioni. Bisogna che il bambino avverta che il genitore sia una persona con il quali si possa parlare, confidarsi ed essere ascoltati.
– Nel caso in cui si provi imbarazzo ad affrontare tali argomenti vi sono alcune tecniche che aiutano a superare questo empasse attraverso l’evitamento del contatto oculare o magari parlandone quando si è intenti alla guida o mentre si fanno altre attività.
– Non dare per scontato che il proprio figlio sia eterosessuale.
– Non dare risposte se non si conosce l’argomento.
– Anche la privacy del bambino va rispettata per cui non parlare di quello che avviene durante questi dialoghi ad altri soggetti.
– Informarsi sui programmi educativi inerenti il sesso organizzati dalla scuola del figlio.
– Adeguatamente alla età del bambino introdurre gli argomenti sulla prevenzione e contraccezione.
In casi estremi, qualora non si sia propri capaci di affrontare tali argomenti rivolgersi ad un professionista come ad esempio uno psicologo che tratti la sessualità.
Dott. Luca Sanfilippo – Psicologo clinico e Sessuologo in formazione