Questo mese parliamo di “bruxismo” e dell’importanza di intraprendere un percorso fisioterapico per la riduzione del dolore.
Il bruxismo è l’atto di digrignare i denti (serrare e “strofinare” tra loro i denti) ed è una condizione patologica dell’articolazione temporo-mandibolare che colpisce soprattutto gli adulti. (fig. 1)
I muscoli responsabili di questa condizione dolorosa dell’articolazione temporo-mandibolare sono i muscoli masticatori, ossia quelli che si occupano di far chiudere la mandibola.
Si tratta di tre gruppi muscolare molto forti: massetere, temporale, pterigoideo interno ed esterno.
E’ un fenomeno prevalentemente notturno, difficile da controllare. Nelle prime fasi è quasi impossibile rendersene conto, poiché non si avvertono sintomi particolari. (fig. 2)
Con il passare del tempo può diventare un vero disagio, la dentatura inizia a consumarsi e la sintomatologia dolorosa è sempre più presente. (fig. 3)
Possiamo classificare il bruxismo in due tipi:
- Tipo A o bruxismo dinamico, dove avviene l’azione del digrignare i denti, quindi il movimento delle arcate una sull’altra.
- Tipo B o bruxismo statico, che consiste nel serrare le due arcate superiore ed inferiore con una forza molto elevata.
Le cause possono essere:
- stile di vita e ritmi di stress estremi: studi clinici hanno dimostrato che lo stress e problematiche sociali si possono ripercuotere nel nostro corpo anche a livello neuromuscolare
- computer: l’elevato utilizzo provoca anch’esso reazioni di stress e tensioni, molti contratti di lavoro hanno delle condizioni che prevedono una pausa di 15 minuti di un impiegato dalla sua postazione
- malocclusione dentale: mancata simmetria tra l’allineamento dei denti dell’arcata superiore con quelli dell’arcata inferiore
- eccessiva attività fisica: soprattutto nelle palestre lo sforzo eccessivo e ripetuto porta a nervosismo e ad eccitazione che gravitano sul nostro equilibrio psicofisico
- eccesso di vita sedentaria: uno stile di vita sedentario provoca alterazioni posturali a tutti i livelli del nostro corpo come ai piedi, al bacino, al cingolo scapolare e all’asse intercondilare temporo-mandibilare.
Molti fattori scatenanti sono collegati tra loro: la postura, l’emotività, la malocclusione quindi non dobbiamo soffermarci solo alle problematiche della cavità orale o alle disfunzioni anatomiche, ma bisogna inquadrare il paziente a 360 gradi, valutando anche la sua emotività, la sua storia ed il suo stato psicofisico.
In base alle informazioni raccolte e alla valutazione fisica e funzionale si sceglieranno le giuste terapie:
- Per i problemi di tipo emotivo vanno modificati lo stile di vita e le abitudini, nei casi più delicati anche con l’aiuto di uno psicologo.
- Per un problema di tipo temporo-mandibolare, invece, il trattamento fisioterapico più indicato è da ricercare tra tecniche di terapia manuale.
- Se la problematica è prettamente dentale, è necessario un trattamento ortodontico e la somministrazione di notte e nelle attività sportive o di guida, di un bite.
I sintomi più frequenti sono:
- dolore: presente sia a livello locale dei muscoli masticatori che irradiato verso il capo (mal di testa). Questo sintomo è dato da un sovraccarico della muscolatura, che lavora molto di più del necessario senza avere il giusto recupero.
- problematiche di masticazione: sia riguardanti la degenerazione dei denti che la mobilità dell’articolazione temporo-mandibolare.
- degenerazione della dentatura: aspetto curato solo dal dentista.
Nel trattamento del dolore e di eventuali problematiche al movimento della mandibola il fisioterapista può aiutarti attraverso manovre specifiche sui muscoli facciali e su quelli temporali, ed esegue anche dei trattamenti intraorali, per detendere le strutture contratte oltre all’impostazione di un programma di esercizi specifico, tale da regolare l’equilibrio di forza muscolare nei muscoli dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare).
Il percorso riabilitativo può prevedere 1 o 2 sedute alla settimana, in base all’entità del problema che bisogna affrontare, più o meno grave.
Al termine della seduta, al paziente verranno consigliati, se necessario, degli esercizi da fare a casa giornalmente, nei periodi di maggior stress o prima di attività fisiche.
La durata di ogni tecnica di autotrattamento deve essere per almeno un minuto ed è consigliabile eseguire gli esercizi 3 volte a giorno, possibilmente mattina, pomeriggio e sera.
Esercizio 1
Poni la mano sinistra sulla guancia sinistra, poi spingi la mandibola verso sinistra contro il palmo della mano; la mano deve compiere una leggera resistenza nei confronti del movimento della mandibola.
Ripeti questo movimento almeno una decina di volte. Questo esercizio contribuisce ad allungare le fibre muscolari.
Effettua l’esercizio anche dal lato destro.
Esercizio 2
Poni il pugno sotto il mento e poi tenta di aprire la mandibola mentre il pugno oppone resistenza al movimento.
Ripeti questo movimento almeno una decina di volte.
Esercizi di mobilità
Muovi la mandibola a destra e a sinistra in modo ampio, lento e regolare.
Ti puoi aiutare con una matita, per spostare la mandibola in modo uniforme su di uno stesso piano.
Poi, apri e chiudi la bocca in modo ampio, lento e regolare tentando di forzare eventuali tensioni ad una grande apertura.
Alla fine degli esercizi massaggia i muscoli percependo le eventuali tensioni e le zone dolenti e cercando di scioglierne le contratture, con movimenti circolari lungo tutta la superficie muscolare.
E’ molto utile eseguire i massaggi due volte al giorno facendoli precedere da applicazioni d’impacchi caldo umidi che favoriscono la vasodilatazione.
Dott.ssa Marianna Abate- FIsioterapista