Questa estate pazzerella ci fa alternare l’ombrello all’ombrellone. Ma non per questo sono meno temibili gli effetti delle alte temperature cui il nostro corpo può essere sottoposto nelle settimane in cui l’ombrellone prevale sull’ombrello. Il nostro organismo è molto sofisticato e possiede degli efficacissimi meccanismi di termoregolazione per mantenere l’equilibrio termico a 37,0°C. Quando la temperatura esterna supera la temperatura corporea, il calore metabolico viene dissipato all’esterno attraverso la sudorazione. In condizione estreme si può arrivare a perdere liquidi anche alla velocità di 1 L/h, o 15-20 litri al giorno. Questi liquidi sono ricchi in sodio e potassio, per cui se non vengono rimpiazzati con una terapia reidratante si possono avere manifestazioni cliniche che vanno dai crampi, alla profonda stanchezza, nausea, vomito, diarrea, fino allo shock ipovolemico. Quando la temperatura esterna supera le capacità di compenso dell’organismo il complesso della sintomatologia clinica configura i quadri del colpo di sole o del colpo di calore, le cui caratteristiche tendono ad avere contorni sfumati e a volte sovrapponibili.
Fattori predisponenti
La temperatura elevata non è l’unico fattore alla base del colpo di calore, ma risulta molto favorita dalle condizioni di elevata percentuale di umidità o di bassa pressione atmosferica. Anche un abbigliamento inadatto, che ostacola la dispersione termica, può essere annoverato tra i fattori predisponenti per l’insorgenza di questa patologia.
Particolari categorie di lavoratori sono frequentemente esposte alla patologia da calore: agricoltori, marinai, addetti alla manutenzione delle strade, lavoratori delle fonderie, delle vetrerie, lavanderie, industria chimica, tessile, ceramica, minatori.
In questo delicato gioco metabolico se l’organismo risulta indebolito da malattie croniche, è lapalissiano che sia maggiormente a rischio. E quindi anziani, bambini, donne in gravidanza, diabetici, epatopatici, cardiopatici, nefropatici, alcolisti sono tutti soggetti che vanno informati e protetti dall’esposizione a temperature elevate.
Quadri clinici
La forma “iperpiretica” rappresenta la forma classica del colpo di calore. Il paziente si presenta congestionato con arresto della sudorazione, vertigini, cefalea, stato confusionale, temperatura elevata (fino a 43°C). La tachicardia, l’ipertensione, la difficoltà respiratoria e le convulsioni possono complicare il quadro clinico che può diventare addirittura mortale se l’organismo raggiunge temperature al di sopra dei 41°C. Allucinazioni e delirio, nausea vomito e diarrea possono caratterizzare forme particolari di colpo di calore.
La patologia da calore, seppure generalmente benigna, rappresenta una notevole difficoltà diagnostica per i medici e un momento critico per i pazienti che di solito giungono in ospedale in condizioni abbastanza gravi. Vanno escluse le cause di coma (ischemia, emorragia, diabete) e la presenza di febbre induce sempre ad escludere una causa infettiva (sepsi, meningiti) o intossicazioni. L’anamnesi di una esposizione senza protezione ad alte temperature aiuta notevolmente a dipanare il groviglio dei dati clinici da cui trarre la diagnosi.
La terapia consiste nell’abbassare la temperatura corporea mediante l’applicazione di borse di ghiaccio nei punti in cui i vasi sono più superficiali (collo, inguini, ascelle, tronco) o immergendo il corpo del paziente in acqua fredda fino a raggiungere i 38°C. Il paziente va immediatamente reidratato e vanno reintegrate le perdite dei sali minerali. Vanno somministrati farmaci per prevenire le crisi epilettiche e vanno supportate le funzioni vitali, il respiro, la funzione cardiaca, la pressione arteriosa. Il quadro clinico di solito si risolve con guarigione completa in 24-48 ore, ma esistono casi di morte improvvisa per arresto cardiocircolatorio, spesso perché le ghiandole surrenali non riescono a reagire ad un tale stato di stress.
La prevenzione resta quindi la terapia migliore per questa patologia. La medicina del lavoro dovrebbe garantire il benessere termico negli ambienti più esposti a questa patologia. Non esporsi nelle ore più calde, soprattutto se si rientra in una delle categorie a rischio. Indossare vestiario adatto alla traspirazione e bere abbondantemente acqua e soluzioni contenenti sali minerali. Tutto questo concorre a prevenire una patologia insidiosa e potenzialmente fatale quale il colpo di sole o colpo di calore. Viva l’ombrellone!!!
Dr. Francesco Saverio Alfano – Dott.ssa Enrica Nigro