Tra le vere “tragedie”quotidiane impossibile non menzionare i compiti a casa: croce e delizia per ogni genitore. La didattica non si ferma tra i banchi di scuola, ma dopo le attività scolastiche, è fondamentale svolgere i compiti assegnati dagli insegnanti, per consolidare e rafforzare le nozioni apprese la mattina. Il carico di esercizi da fare non segue delle vere e proprie regole. Possiamo incontrare maestri permissivi e altri più esigenti; ma non serve focalizzare l’attenzione su quest’aspetto. I compiti vanno svolti e anche con impegno, altrimenti le conseguenze possono essere notevoli. Facile parlare, soprattutto ai tempi attuali: mamme lavoratrici, a tempo pieno, papà super impegnati, nonni poco disponibili e maggiormente attenti alla cura del nipote, piuttosto che ad affiancarlo nello studio. Centri dopo scuola troppo lontani o poco attivi con l’insorgenza dell’emergenza covid.
Come aiutare i propri figli nella gestione dei compiti, senza momenti di panico e disperazione?
“ A casa non mi ascolta proprio!”
“Con me è tremendo, non ne vuole proprio sapere”
“Passiamo interi pomeriggi sui compiti, perché è lento e si distrae sempre”
Quante di voi si ritrovano in queste affermazioni elencate?
Di seguito vediamo 5 consigli pratici per aiutare il proprio bambino nella gestione dei compiti, tra le mura domestiche.
AMBIENTE FAVOREVOLE
L’aspetto fondamentale è l’ambiente di studio. Trasformare la cucina in una stanza studio, continuando a svolgere attività domestiche o lasciando televisione accesa, magari a basso volume, non aiuta il bambino nella concentrazione. Li dove non vi è la possibilità di una stanza/studio, basta semplicemente un tavolo e una sedia, su cui poter studiare con tranquillità e in un ambiente silenzioso. Lo spazio da dedicare ai compiti, soprattutto nei primi due anni della scuola primaria, deve dare priorità assoluta al bambino e le attività da svolgere, assegnate a scuola. Via a cellulari, social, televisioni e radio che possono, facilmente distrarre vostro figlio.
CREARE UNA ROUTINE
I bambini hanno bisogno di routine giornaliere, da cui traggono sicurezza.
Per questo è fondamentale creare uno spazio prestabilito da dedicare ai compiti. Risulta una buona abitudine, svolgerli nel primo pomeriggio, magari dopo aver svolto un’attività di gioco che aiuta il bambino a scaricare la tensione accumulata, in modo tale da rendere una resa migliore nella concentrazione. Evitare di fare i compiti dopo cena o subito dopo pranzo. Concedersi qualche momento di relax e svago serve a chiunque. Naturalmente gli imprevisti insorgono spesso, tra lezioni di danza e attività sportive da svolgere, ma evitare di creare orari sfalsati e improvvisati per la gestione delle attività a casa.
COMPAGNIA
“Leggi. Mentre faccio il bucato ti ascolto”.
Molto spesso tendiamo ad unire l’utile al dilettevole, ma dedicare il proprio tempo accanto al bambino, soprattutto, alle prime armi, con i compiti è un momento fondamentale. Il piccolo alle prese con i primi esercizi della letto scrittura e del calcolo ha bisogno di essere rassicurato e seguito anche a casa. Riservare quello spazio per sedere accanto a loro, li farà sentire confortati.
Quando il bambino avrà acquisito un metodo e un autonomia nello svolgimenti dei compiti è possibile avere un confronto finale insieme a lui. Ciò migliorerà sicuramente il senso di responsabilità e l’autostima.
A partire dai 9 – 10 anni è possibile fare i compiti insieme ai compagni di classe, per iniziare un confronto e uno scambio di idee reciproche, che aiuta a migliorarsi nel metodo di studi.
FORNIRE UN METODO
Molto spesso mi è capitato di chiedere ai genitori come aiutassero i propri figli a casa con i compiti. Nella maggior parte dei casi, loro si sostituiscono ai figli. Dettano lettera per lettera una parolina da scrivere, indicano l’esercizio da fare e come farlo dall’inizio alla fine, contano al loro posto, quando bisogna eseguire un’operazione aritmetica. Ricordiamoci che i bambini stanno consolidando nozioni già apprese. Assolutamente non bisogna fare i compiti al posto loro. La vostra vicinanza è un supporto in caso di dubbi o insicurezza: tipico dei bambini nei primi due anni della scuola primaria.
L’obiettivo del genitore è aiutare il bambino nello sviluppare un metodo di studio, che lo renderà autonomo, riflessivo, sicuro quando avrà ormai acquisito le basi dell’apprendimento.
Provate ad aiutare il vostro bambino nella scrittura, non dettando le singole lettere che compongono la parola, ma ragionando insieme sui suoni che la compongono (es. “scriviamo la parola CANE. E’ composta da CA –NE. Quali lettere ci sono in questa parola?).
Leggete insieme a lui la modalità dell’esercizio e ragionate insieme sul da farsi. Ciò lo aiuterà a sviluppare la flessibilità di pensiero.
Usiamo le sue dita o ausili a disposizione per fare conteggi ed operazioni. Ciò lo motiverà e renderà autonomo.
Nella lettura non poniamogli fretta. Non leggiamo al posto suo o anticipiamo il suono. Ciò non lo aiuterà, ma lo renderà più lento e meno attivo.
INTRODURRE PAUSE
Il livello attentivo e la concentrazione sono due pilastri fondamentali nello studio.
Un bambino di 6-7 anni comincia a distrarsi dopo appena 15 minuti, un ragazzo di 15-16 anni dopo 30-45. Risulta opportuno, introdurre, frequenti pause durante le attività di studio. Bastano anche 5 minuti.
D’altronde per noi adulti, concedersi un coffee break è quasi vitale, per riprendere le attività. Una piccola pausa può solo che aiutare.
Naturalmente bisogna riconoscere che ove insorgono difficoltà nello svolgimento dei compiti a casa, per mancanza di tempo dei genitori o per insorgenza di problematiche del bambino, chiedere un supporto ai centri studi con appositi tutor preparati o all’insegnante del doposcuola, può rendere il percorso, più semplice ed efficace.
PROVARE PER CREDERE.
Dott.ssa Marianna Pisciotta – Logopedista