Sono passati quasi 20 anni da quando si è cominciato a capire che in quella larga pianura che si stende tra la provincia di Napoli e quella di Caserta, che una volta era stata parte degli “orti di Roma”, uno scellerato connubio tra industriali senza scrupoli, camorra e politica aveva creato un disastro ambientale.
Le voci disperate delle famiglie di bambini nati malformati o con tumori nei primissimi mesi di vita avevano cominciato a risuonare. Poi le indagini, le prime confessioni, i libri inchiesta. La Terra dei fuochi. Dove i rifiuti bruciano da soli ed ancora oggi si continua ad avere una incidenza di tumori molto elevata.
Ma da questo dramma che sembra racchiudere personaggi e sofferenze da inferno dantesco, dove tutti sembrano coinvolti e nessuno sembra innocente, ecco la sorpresa che non ti aspetti.
Un medico, un andrologo, che abita da quelle parti, ad Acerra, ma lavora in provincia di Salerno, nell’ospedale di Oliveto Citra nell’alta Valle del Sele, ha un’intuizione.
La ricerca: l’Ecofood Fertility
Immagina che il seme maschile non sia soltanto uno dei due elementi della riproduzione, ma che rappresenti anche un indicatore sensibile di contaminazione ambientale. Dall’idea all’esperimento sul campo il passo non è breve, ma tenterò di riassumerlo.
Parte dai ragazzi delle scuole. Un gruppo della terra dei fuochi ed uno dell’alta Valle del Sele. Confronta le caratteristiche del seme. E scopre, guarda un po’, che i ragazzi che vivono nelle zone più inquinate hanno un minor numero di spermatozoi, che si muovono meno, e che hanno accumulato più danni nel DNA. Quindi meno bambini, più bambini malati.
Logico, no? Bastava pensarci. E’ così per tutte le cose geniali ed apparentemente semplici. Il medico, il dr. Montano, viene premiato per questa ricerca, ma non si ferma. Convinto che la terra dei fuochi non sia un caso isolato, organizza uno studio multicentrico coinvolgendo una grande città del Nord industrializzato , Brescia, e la Valle del Sacco in provincia di Frosinone, per confrontare i livelli di inquinanti nel sangue e nel seme dei ragazzi delle scuole superiori di queste tre zone così diverse, ma meno di quel che sembra. Lo studio è in corso ed i dati non sono ancora disponibili. Ma ci aspettiamo risultati non privi di sorprese.
Ma come invertire la rotta? Come correggere la contaminazione del seme? Come aumentare la capacità antiossidante dell’organismo?
Queste domande devono aver ossessionato per un tempo non definito il nostro ricercatore. La risposta era più vicina di quel che si possa pensare. Siamo quel che mangiamo, diceva un filosofo. Ed in effetti è così.
La dieta mediterranea
E allora, qual è la dieta che garantisce un miglior apporto di antiossidanti ed ha un riconosciuto ruolo nella prevenzione delle malattie? Sì, avete indovinato. La dieta Mediterranea.
La dieta dei nostri nonni contadini del Cilento. Ricca di verdure, legumi e pesce azzurro, con la pasta ed i carboidrati complessi a fornire le calorie zuccherine. Quella che valse ad Ancel Keys, lo scienziato americano che per primo la connesse alla longevità dei contadini Cilentani ed all’effetto protettivo nei confronti delle patologie cardiovascolari, una fama eterna nel panorama scientifico mondiale.
Il dr. Montano sta scommettendo che la dieta mediterranea sia la soluzione alla contaminazione.
Sta cercando di provare che sottoponendo i ragazzi ad un regime alimentare sano, come quello proposto dalla dieta mediterranea, si possa ridurre il carico dei metalli pesanti che costituiscono gli inquinanti ambientali più comuni. Che i fagioli, i ceci, le verze e le scarole possano proteggere la salute dei nostri ragazzi dal Cadmio, dal Piombo, dal Mercurio, dall’Arsenico, dal Tallio. Ed in definitiva garantirne la riproduzione. E proteggere la continuità della specie umana. Un’idea straordinaria.
I risultati
I primi risultati sono sorprendenti ed incoraggianti. Le capacità della dieta mediterranea sono straordinarie nel fornire sostanze antiossidanti e nel proteggere la nostra salute. Appare superfluo ricordare che seguire questa dieta, unitamente ad uno stile di vita sano, con un’attività fisica moderata e continuativa, l’astensione dal fumo di sigaretta, il contenimento del consumo di vino ed alcolici, costituiscono le basi per prevenire la gran parte delle patologie che affliggono l’uomo moderno. Obesità, diabete, sindrome metabolica, malattie cardio-vascolari, patologie polmonari e tumori, sì anche i tumori. Si è chiuso così il cerchio dallo studio della riproduzione alla Medicina dello Stile di Vita. Questa ricerca rappresenta in modo esemplare la capacità straordinaria delle menti illuminate di trasformare le tragedie in occasioni di crescita e miglioramento. Aspettiamo ovviamente i risultati definitivi che saranno disponibili a breve, ma siamo certi che sentiremo parlare ancora a lungo dell’Ecofood Fertility e della sua straordinaria sfida alla tragedia dell’inquinamento ambientale.
Dott. Francesco Saverio Alfano – Medico Interno dell’Ospedale di Oliveto Citra