Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento?
I Disturbi Specifici dell’apprendimento (DSA) sono disfunzioni neurobiologiche che determinano importanti difficoltà in specifiche aree dell’apprendimento scolastico. Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali 5 (DSM 5, 2015), si distinguono in:
- Dislessia, intesa come una compromissione della lettura in accuratezza, velocità e fluenza e della comprensione del testo;
- Disgrafia, con cui si intende una compromissione dell’espressione scritta, nello spelling, nella grammatica e nella punteggiatura;
- Discalculia, con cui si indica una compromissione del calcolo, nel concetto di numero, nella memorizzazione e nel ragionamento matematico.
Tali difficoltà vengono definite “specifiche” in quanto non sono attribuibili a disabilità intellettive, a ritardo dello sviluppo o a disturbi uditivi o visivi, neurologici o motori e gli individui che ne sono affetti mostrano livelli normali di funzionamento intellettivo.
Queste difficoltà interferiscono notevolmente nella realizzazione delle potenzialità dei bambini che sperimentano un calo nelle prestazioni scolastiche rischiando l’abbandono scolastico nel corso della scuola secondaria di secondo grado. I DSA rappresentano un fattore di rischio per importanti problematiche psicologiche. Secondo la letteratura scientifica, infatti, essi sono frequentemente associati a disturbi emotivi, comportamentali e relazionali diventando motivo di grande sofferenza nell’infanzia.
Le conseguenze comportamentali un bambino con DSA
Un bambino che vive uno o diversi deficit nella sfera dell’apprendimento sperimenterà, soprattutto nella fase iniziale in cui non è stata ancora effettuata una diagnosi, notevoli problematiche emotive che influenzeranno il suo benessere psicologico, la relazione con i propri pari o con gli adulti di riferimento. Vivere un fallimento dato dalla discrepanza tra le prestazioni attese e quelle realmente ottenute, provoca nel bambino una scarsa motivazione allo studio, difficoltà di adattamento, un profondo senso di frustrazione e vergogna, ansia, rabbia e inadeguatezza. Dal punto di vista comportamentale il bambino sarà portato ad evitare le situazioni che lo mettono nella condizione di sperimentare tali vissuti rifiutandosi ad esempio di leggere a voce alta in classe ed evitando tutte le attività che richiedono la lettura, la scrittura o il calcolo. Alcuni bambini potranno reagire in maniera esplosiva risultando oppositivi e aggressivi; altri potranno manifestare reazioni comportamentali di tipo più implosivo, come ad esempio lamentele somatiche, colpevolizzazioni, isolamento, disimpegno, chiusura.
Le conseguenze emotive e socio-relazionali di un bambino con DSA
Il susseguirsi di risultati fallimentari e le aspettative negative su di sé minano l’autostima e il senso di autoefficacia, provocando nel bambino una visione negativa del mondo e di sé, come inadeguato e inferiore, sfiducia nelle proprie capacità e atteggiamenti rinunciatari. Il senso di colpevolezza porterà a difficoltà relazionali con pari, rispetto cui si sentiranno goffi e non accettati. Dal punto di vista psicopatologico, la letteratura dimostra un rischio maggiore di sviluppare patologie quali ansia e depressione, fobia scolastica, aggressività, demoralizzazione e disistima di sé, inibizione, somatizzazioni, difficoltà relazionali, oppositività e isolamento sociale. Tutto questo genera inoltre, nelle famiglie un aumento della conflittualità. In adolescenza, queste difficoltà sfociano nell’abbandono scolastico e in problematiche di carattere sociale, in particolare nell’integrazione tra pari.
Il ruolo della scuola e dei genitori: la diagnosi precoce
Spesso nell’ambiente scolastico e familiare, erroneamente vengono attribuiti i comportamenti di evitamento a svogliatezza e a scarso impegno scambiando l’insuccesso del bambino, che viene così rimproverato, per pigrizia o disattenzione. E’ importante che l’adulto invece, colga subito le difficoltà del bambino attivando tempestivamente i servizi specialistici per effettuare un approfondimento. Riuscire a fare una diagnosi precoce di DSA permette di poter riconoscere il problema ed intervenire il prima possibile fornendo al bambino tutti gli strumenti necessari per il suo apprendimento e per il suo benessere psicologico. Sia la famiglia che l’istituzione scolastica devono diventare un supporto e un sostegno per il bambino rinforzando i suoi successi. Sarebbe inoltre utile formare il gruppo classe al rispetto della diversità, all’accoglienza dell’altro, informarlo sulle caratteristiche del disturbo per evitare pregiudizi ed esclusione del compagno in difficoltà.
Il ruolo dello psicologo
Lo psicologo è il professionista che ha le competenze e gli strumenti per formulare una diagnosi di DSA descrivendo lo sviluppo dell’apprendimento ed eventuali difficoltà emotivo-relazionali. Egli potrà proporre un progetto riabilitativo logopedico, un trattamento di potenziamento cognitivo e un percorso di sostegno psicologico, partecipando attivamente alla progettazione e al monitoraggio delle diverse attività. Infine, potrà impegnarsi in consulenze di supporto a scuola e famiglia. Al bambino potrà spiegare la diagnosi e in cosa consiste sottolineando che le difficoltà sono legate ad aspetti neurobiologici e sostenendo le sue risorse e capacità.
Dott.ssa Deborah Feleppa, psicologa