Gli effetti psicologici dopo il lockdown

Con la ripresa della mia attività lavorativa e nell’incontrare i pazienti in presenza e da remoto, ho fatto alcune riflessioni circa quello che sta accadendo ad ognuno di noi nella seconda Fase dell’emergenza Coronavirus.

Abbiamo parlato spesso di quello che è accaduto a livello psicologico nella Fase 1, durante il primo impatto con l’emergenza. Tante sono state le emozioni che si susseguivano una dopo un’altra. A livello psicologico, ciò che ho riscontrato nella prima fase sono state le ansie e le preoccupazioni rispetto al contagio, al futuro lavorativo, la paura di quello che può accadere dopo, le sensazioni di solitudine, le difficoltà relazionali in famiglia o nella coppia in seguito ad una convivenza forzata. In questo periodo ciò che non ha mai smesso di lavorare, ma anzi ha raddoppiato il suo lavoro, è stato l’inconscio, che ci ha messo di fronte alle paure, le ansie e gli scheletri nell’armadio propri del passato. Questa esperienza traumatica, può aver riattivato vecchi ricordi traumatici, o acutizzato difficoltà emotive latenti che venivano evitate con il tran tran della routine quotidiana.

La perdita del lavoro, della propria routine, delle proprie relazioni, l’idea che il contatto fisico potesse essere pericoloso, ha portato quindi tutti noi a vivere molti sentimenti negativi portando a situazioni di ansia, rabbia e frustrazione. Queste emozioni non si arresteranno con la fine dell’isolamento, ma anzi continueranno anche dopo. Vediamo insieme cosa può accadere.

Innanzitutto premetto che le emozioni provate durante la prima fase sono del tutto normali. La pandemia è arrivata all’improvviso. E’ un evento mondiale a cui nessuno era preparato ed ha portato tutti noi a vivere una sensazione di irrealtà, fin quando piano piano non ci siamo abituati alla nuova situazione.

Con il passare dei giorni abbiamo provato incertezza e angoscia, paura per il nostro presente e anche per il nostro futuro. Questa sensazione potrebbe continuare anche dopo. Chi avrà perso il lavoro potrà sviluppare ansia e depressione per il suo futuro. Chi riapre la sua attività potrebbe vivere con il timore di ricominciare, incerto di quello che può accadere. Anche in questo caso si potrebbe sviluppare una iperattivazione legata ad uno stato di ansia generalizzato.

Il mancato contatto sociale ci ha sottoposto ad un forte stress, sia personale che nelle relazioni. La convivenza forzata può essere stata un’esperienza positiva o negativa. C’è chi ha riscoperto la propria famiglia e le piccole tradizioni e chi si è ritrovato costretto in un contesto altamente disfunzionale portando a crisi personali, di coppia o familiari.

Chi in casa si è sentito protetto e sicuro avrà paura e timore nel ricominciare la propria routine percependo l’ambiente esterno come pericoloso. C’è chi continua a vivere in isolamento e a prolungare la quarantena. Questo per quanto possa essere tutelante per sé è anche molto pericoloso. Quanto più resterai in casa, tanto più sarà difficile ricominciare ad uscire. Per quanto possa essere difficile e pauroso, anche piccoli passi fuori casa ogni giorno, aiutano a riprendere confidenza con il mondo e la nuova realtà che stiamo vivendo e a trovare la nostra sicurezza anche quando siamo fuori casa.

Ancora, essendo il Coronavirus un evento traumatico, si potrebbe sviluppare un Disturbo Post-Traumatico da Stress.

Ognuno di noi avrà affrontato e affronterà entrambe le fasi in modo diverso. Tutto dipende dalla propria capacità di far fronte agli eventi stressanti della propria vita e quindi dalla propria resilienza.

Cosi come è stato difficile adattarci allo stare in casa, ora potremmo trovare difficile e faticoso stare fuori casa. Non dobbiamo spaventarci. E’ il normale processo di adattamento alle situazioni di vita. Importante è fidarsi dei naturali meccanismi della nostra mente e credere che quello che si sta provando è normale e comune a tutti data la nuova situazione che ci ha visto protagonisti.

Qualora però ti accorgessi che la tua ripresa è rallentata da un contenuto emotivo disturbante, è importante chiedere aiuto. Avere un contenitore in cui poter depositare tutte le ansie e le angosce e poterle trasformare in energia vitale, è fondamentale per il proprio benessere psicofisico.

Dott.ssa Dominique D’Ambrosi – Psicologa Psicoterapeuta Terapeuta EMDR 

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