La coccigodinia è una condizione dolorosa del coccige, non è una patologia molto diffusa, può presentarsi in entrambi i sessi e a tutte le età, ha un’incidenza maggiore nel sesso femminile tra i 35 e i 45 anni. Questo disturbo interessa la base dell’osso sacro, il tratto finale della colonna vertebrale (appena sopra la fessura delle natiche) e l’area circostante.
Il coccige svolge funzioni importanti: protegge il canale spinale, ha un’azione stabilizzatrice, contribuisce a sostenere il peso del corpo in posizione seduta. Rappresenta il luogo di inserzione di vari legamenti e muscoli come il grande gluteo, il pubococcigeo e l’elevatore dell’ano che costituiscono il pavimento pelvico (perineo). Tali muscoli gestiscono la contenzione urinaria e fecale, sostengono la cavità dell’addome.
Le cause che provocano la coccigodinia sono diverse e non sono ben definite con certezza, però si evidenziano delle situazioni che si dimostrano importanti fattori di rischio come:
- il parto,
- traumi diretti,
- microtraumi ripetuti,
- problemi posturali,
- condizioni di sovrappeso,
- patologie reumatiche,
- Squilibri della colonna vertebrale,
- Sperone osseo…
Dopo una caduta o in seguito a fratture, lussazione o contusione, questo dolore può comparire anche a distanza di alcuni anni dall’ evento traumatico.
Talvolta, la coccigodinia si presenta in forma idiopatica, nel senso che si manifesta in assenza di evidenti alterazioni patologiche.
Il dolore è presente alla palpazione e durante la postura seduta, i pazienti riferiscono di soffrirne quando guidano per lunghi tratti, dopo essere stati seduti per diverse ore o mentre si chinano a terra per prendere un oggetto.
Nelle condizioni più gravi il dolore si fa sentire anche in posizione eretta e durante la deambulazione. In alcuni casi i sintomi tendono ad irradiarsi verso l’area glutea, e possono essere concomitanti con mal di schiena in zona lombo sacrale, dolore agli arti inferiori, problematiche intestinali come la costipazione o problematiche di dismenorrea nelle donne. Uno dei movimenti che risulta essere più doloroso e maggiormente presente è l’azione di alzarsi dalla posizione seduta a quella eretta.
All’anamnesi medica iniziale, il clinico eseguirà dei test clinici di movimento e palpatori non solo del coccige ma anche della colonna vertebrale, e degli arti inferiori (in particolar modo delle anche).
Per quanto riguarda le indagini radiologiche, si prescrive un’RX con doppia proiezione sia da posizione seduta che eretta. In alcuni casi, per avere un controllo più approfondito si richiede di effettuare una risonanza magnetica o TAC. Si può prescrivere anche una scintigrafia ossea e analisi del sangue per escludere una neoplasia.
Trattandosi di un fenomeno multifattoriale, la terapia viene prescritta in base alla causa che produce la sintomatologia e alla tipologia di sintomi descritta dal paziente.
Il medico consiglierà, innanzitutto, di utilizzare sedie ergonomiche (o cuscino in memory foam) per evitare pressioni eccessive sul coccige e, allo stesso tempo, adottare una postura corretta.
La fisioterapia secondo linee guida internazionali risulta essere una delle migliori soluzioni per risolvere questa condizione dolorosa. In un ciclo di fisioterapia per la coccigodinia si utilizzano sia tecniche di terapia manuale ed esercizi, che mezzi fisici ad alta tecnologia.
Le mobilizzazioni manuali, sia articolari che tissutali hanno lo scopo di ripristinare il corretto pattern di movimento articolare e di migliorare la mobilità dei tessuti. Normalmente la terapia include anche il trattamento delle altre articolazioni del bacino e del tratto lombare.
Gli esercizi hanno l’obbiettivo di stabilizzare i progressi ottenuti con la terapia manuale, e di impedire l’insorgere di eventuali recidive rinforzando i gruppi muscolari che risultano essere troppo deboli e allungando quelli che all’esame obiettivo sono troppo forti.
I mezzi fisici più utilizzati sono:
- la tecarterapia
- la magnetoterapia
- laser ad alta potenza
Nei casi più gravi il medico può scegliere di affiancare una terapia farmacologica a quella fisioterapica. I farmaci maggiormente prescritti per tale condizione sono i FANS, ossia gli antinfiammatori non steroidei che hanno lo scopo di far diminuire il dolore, e sono associati a farmaci miorilassanti per ridurre la rigidità muscolare.
I ristretti casi di grave frattura o importante instabilità si ricorre all’intervento chirurgico di rimozione del coccige chiamato “coccigectomia”.
Dott.ssa Marianna Abate- Fisioterapia