La nascita rappresenta un momento delicato e fragile, la cui buona gestione risulta fondamentale per lo sviluppo della relazione affettiva tra i genitori e il proprio figlio.
Il ricovero in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) è un’esperienza devastante e traumatica per il bambino e per i genitori, naturalmente preoccupati per il suo stato di salute e per le possibili conseguenze a lungo termine. L’ambiente sterile e le misure di protezione da attuare per vedere il bambino, possono essere frustranti. Le emozioni sperimentate sono altalenanti e contrastanti.
I genitori possono trovarsi da soli o insieme nell’affrontare questi momenti difficili. Il primo incontro rappresenta il primo passo di un lungo e faticoso percorso e la prima accoglienza segna un passaggio decisivo per costruire adeguatamente un legame con il proprio figlio.
Dimensione psicologica dei genitori in TIN
I genitori sperimentano come prima sensazione quella di sentirsi estranei e disorientati da tempi, regole e ambienti che non appartengono alla vita quotidiana. I neonati non si vedono, sono piccoli, non piangono e questo alimenta tensioni e preoccupazioni. Le emozioni vissute sono di perdita, paura, vuoto, smarrimento, incertezza, colpa ma anche speranza, fiducia e gioia per minimi progressi. Alcune mamme definiscono la nascita pretermine come un “rapimento”, che mette in discussione le capacità genitoriali. Temono di non riconoscere il proprio bambino, di non essere riconosciute come madri, di non riuscire a prendersi cura di lui; il senso di colpa è forte per non essere state capaci di tenerlo al sicuro nella pancia, per non riuscire a dargli protezione e nutrimento; si sentono inadeguate nel non capire come soddisfarne le esigenze e i bisogni. I genitori raccontano l’impotenza e la frustrazione per il dolore del proprio figlio, sentendosi responsabili della sua immaturità. Le cure mediche contribuiscono a creare una distanza fisica ed emotiva dal bambino, i genitori non si sentono autorizzati ad accudirlo e nutrirlo vivendo la perdita del proprio ruolo. Sono preoccupati per gli esiti di salute e la qualità di vita del figlio, per la loro competenza nel dargli emotivamente e materialmente sostegno.
Il sostegno psicologico ai genitori in TIN
Gli interventi psicologici rivolti ai genitori hanno il fine di ridurre il senso di incapacità e frustrazione per ciò che stanno vivendo, di sviluppare sentimenti di fiducia in sé stessi e nel loro ruolo di genitoriale, di stimolare una maggiore collaborazione con il personale ospedaliero.
La partecipazione alla cura del piccolo facilita il superamento dei vissuti di inadeguatezza, paura ed estraneità. La possibilità di sperimentarsi come genitori già in TIN aiuta il passaggio che avviene alle dimissioni quando si ritroveranno a dover accudire da soli il loro piccolo. Cosa si può fare per i genitori?
- dare semplici indicazioni, chiare informazioni e una reale rassicurazione sulle condizioni cliniche del bambino e accompagnarli a vederlo fin da subito per evitare fantasie negative;
- aiutarli a comprendere quale tipo di stimolazione preferisce il bambino e i segnali di omeostasi fisiologica;
- renderli competenti nell’interpretare il comportamento del proprio bambino, incoraggiandoli a parlare con lui, insegnandogli che il piccolo risponde al rumore, al tatto, al volto;
- permettergli di provvedere alle cure basilari del piccolo e nutrirlo già in incubatrice;
- coinvolgere le madri nella cura del piccolo organizzando lo spazio intorno nell’incubatrice in modo personale, l’uso di vestitini personali, scarpine e cuffiette;
- dargli la possibilità di vedere, toccare, accarezzare, allattare il proprio bambino;
- evidenziare gli aspetti positivi dell’accudimento, del comportamento del piccolo e caratteristiche dell’aspetto fisico che lo rendono particolare e unico;
Strumenti per i più piccoli
Gli strumenti introdotti in TIN per il neonato includono stimolazioni sensoriali multimodali e unimodali i cui benefici sono notevoli e diversi quali l’aumento di peso giornaliero, l’incremento dell’attività motoria, un bisogno minore di restare attaccati al respiratore e di alimentazione per gavage, una ridotta incidenza di problematiche, una riduzione del periodo di ricovero, la maggiore organizzazione del ciclo sonno-veglia, una maggiore regolazione del comportamento e migliori prestazioni nelle scale di valutazione dello sviluppo. Tra questi interventi rientrano quelli di tipo uditivo come la registrazione della voce materna o del battito cardiaco; di tipo vestibolare, con l’ausilio di materassini ad acqua e lettini oscillanti; di tipo tattile-cinestetico, come massaggi o contenimento con le mani.
La marsupio-terapia o Kangaroo care
Il contatto precoce madre-bambino è importante per le condizioni psicofisiche del bambino e per il naturale processo di attaccamento e per lo stavo emotivo dei genitori. La marsupio terapia o kangaroo care, introdotta da Rey e Martinez (1983) a Bogotá, è il più importante e significativo intervento, nato come alternativa alla carenza di incubatrici e definito come cura del neonato pretermine messo a contatto pelle-pelle, continuo e prolungato, con la madre.
Qual è l’efficacia?
- regolarizzazione nella frequenza del battito cardiaco, nella temperatura corporea, nella respirazione e un miglioramento nell’allattamento, nel ciclo sonno-veglia dei neonati;
- maggiore modulazione dell’attenzione, della reattività emotiva ed esplorazione dell’ambiente;
- un più rapido recupero delle condizioni generali del neonato con riduzione della mortalità e dell’abbandono del bambino da parte dei genitori;
- madri meno stressate e depresse, più competenti, sicure ed efficaci, maggiormente responsive e sintoniche nei confronti del piccolo, sul piano emotivo e comportamentale, più gratificate dall’interazione.
E dopo le dimissioni?
L’intervento psicologico funge da sostegno ai genitori soprattutto nell’ottica di un miglioramento della qualità di vita della famiglia e del bambino, stimolandone le risorse positive. Questo rappresenta un punto fondamentale perché dopo la dimissione i genitori dovranno far fronte alle conseguenze della prematurità. Risulta fondamentale garantire un servizio di consulenza che seguirà la progressione evolutiva del bambino lungo tutta l’infanzia e che offrirà l’opportunità di pratiche educative al fine di ridurre l’insicurezza rispetto al futuro e rassicurare al tempo stesso le paure dei genitori, offrendo oro la possibilità, di non sentirsi isolati e di dare un senso ai loro risposte emotive grazie empatia, condivisione e sostegno.
Dott.ssa Deborah Feleppa, Psicologa dello sviluppo – Psicodiagnosta