Radicali Liberi e Sport

Dopo aver spiegato cosa sono i radicali liberi, cerchiamo di capire quale sia la loro relazione con lo sport.

Gran parte delle calorie introdotte con gli alimenti vanno a costituire il potenziale di riduzione dell’ossigeno nel mitocondrio, al fine di produrre energia sotto forma di ATP. Il 2- 5% dell’ossigeno consumato in questo processo dà origine in condizioni fisiologiche a ROS. L’esercizio fisico è collegato all’alimentazione, in quanto consuma nel muscolo l’ATP derivato dalle calorie alimentari.

Sforzi eccessivi portano però a una maggiore produzione di ROS, sia a causa dell’aumento del consumo di ossigeno, sia per i ripetuti cicli di ipossia/riossigenazione che si hanno soprattutto negli sport anaerobi e che riproducono una situazione, a livello di tutto l’organismo.

L’esercizio fisico induce stress ossidativo, che favorisce la comparsa dei radicali liberi e una diminuzione degli antiossidanti endogeni. Questo può portare a lesioni ai muscoli e a vari tessuti del corpo. Esistono invece studi che indicano che una pratica moderata dell’esercizio fisico favorisce la stimolazione delle difese dell’organismo (quindi anche degli antiossidanti).

Potremmo dire che la pratica esagerata dell’esercizio fisico nuoce e che una pratica moderata aiuta.

L’esercizio fisico induce, in misura variabile, stress metabolici e meccanici che possono causare uno squilibrio dell’omeostasi ossidante/antiossidante a favore dei composti ossidanti. Non uno, ma diversi meccanismi fisiologici sono coinvolti nella produzione di ROS durante l’esercizio. Ma in aggiunta, ci sono altri fattori estrinseci all’esercizio (fattori di rischio ossidativo) che possono favorire l’insorgere di stress ossidativo, come la dieta, la situazione postprandiale, la temperatura, il grado di idratazione, il livello di allenamento dell’individuo, ecc. Sebbene lo stress ossidativo sia potenzialmente rilevante tra i meccanismi legati all’affaticamento muscolare, al recupero dall’esercizio, e forse anche alle migliori prestazioni sportive, c’è un numero crescente di pubblicazioni che lo collegano al verificarsi di fenomeni adattativi del sistema immunitario e alla difesa antiossidante del l’atleta, che alla fine porta a una maggiore citoprotezione e resistenza.

È necessario assumere antiossidanti?

Il termine antiossidante è definito come “qualsiasi sostanza che ritarda, previene o elimina il danno ossidativo causato in una molecola bersaglio”.

L’esposizione ai radicali liberi porta gli organismi a sviluppare una serie di meccanismi di difesa antiossidanti. Non esiste un antiossidante migliore o peggiore degli altri, ma il range dipende dalla natura del danno ossidativo.

I meccanismi di difesa contro lo stress ossidativo causato dai radicali liberi assumono, in termini generali: meccanismi preventivi, meccanismi riparativi, difese fisiche, e difese antiossidanti. Le difese antiossidanti, a loro volta, possono essere ampiamente classificate come enzimatiche, non enzimatiche e plasmatiche.

Le difese enzimatiche includono superossido dismutasi, glutatione perossidasi e catalasi. Gli antiossidanti non enzimatici sono acido ascorbico (vitamina C), tocoferolo (vitamina E), glutatione (GSH), flavonoidi, acido urico e altri antiossidanti.

Inoltre, è stato dimostrato che una sessione di esercizio fisico svolta a intensità da leggera a moderata stimola l’attività degli enzimi antiossidanti, che potrebbero essere considerati un meccanismo difensivo delle cellule contro lo stress ossidativo. Per questo motivo, l’esercizio fisico di intensità moderata potrebbe essere considerato, di per sé, come un agente antiossidante.

Dott.ssa Loredana Massimiami – Biologa Nutrizionista dello Sport

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