Sindrome da rientro: di cosa si tratta e come superarla?

La sindrome da rientro o sindrome post-vacanza, chiamata anche “ansia o stress” da rientro, è una condizione che colpisce gran parte della popolazione sebbene non rientri in una vera e propria categoria diagnostica. Ma di cosa si tratta?

Secondo diversi recenti studi, si tratta di un malessere psicologico generale che si presenta al rientro dalle ferie o dopo un periodo di vacanza e comprende cambiamenti umorali, senso di frustrazione e costrizione, irritabilità o nervosismo, stordimento e stanchezza, sonnolenza e difficoltà del sonno, fino ad arrivare a vissuti di ansia, tristezza e malinconia, la cui intensità può variare da persona a persona. Questo tipo di depressione post-vacanza sembrerebbe dipendere dall’adattamento del nostro cervello alla routine e alla quotidianità dopo un periodo di disconnessione e nella maggior parte dei casi, scompare dopo poco tempo.

Quali sono le cause?

Le cause della sindrome da rientro possono essere associate a diversi fattori: 

  • La fine dello stile di vita da vacanziere: al rientro ritornano prorompenti obblighi, impegni e vincoli di orari che sono assenti in vacanza, dove invece la libertà di fare ciò che ci fa stare bene la fa da padrone!
  • Compagni di avventura: condividere vacanze con amici e fare nuove amicizie permette di creare dinamiche che alimentano il nostro star bene ma che non è possibile mantenere quando si torna alla routine e questo genera una profonda nostalgia.
  • Mancate aspettative: se le ferie tanto desiderate non sono andate come ci si aspettava questo può generare sentimenti di disillusione e frustrazione.
  • Colpevolizzazione: spesso il non essere riusciti a controllare i troppi eccessi vissuti in vacanza può generare, al ritorno, forti sensi di colpa.
  • Riflessioni sul proprio lavoro: “staccare” dai dalle responsabilità attinenti al lavoro, spesso facilita considerazioni e consapevolezze sulla propria soddisfazione o gratificazione lavorativa.
Cosa fare per superarla?

Per superare il “Bad Mood post vacanze” e affrontare al meglio la malinconia, una strategia possibile è quella di ritagliare del tempo per sé stessi, introducendo piccoli cambiamenti il cui obiettivo è di facilitare la ripresa più serena della quotidianità. Ecco alcuni consigli:

  • Disfare la valigia: disfare la valigia il prima possibile, evitando di procrastinare e di lasciare strascichi della vacanza in casa;
  • Ordinare foto ricordo e souvenir: mettere in ordine immagini e oggetti permetterà di ricordare momenti, suoni e profumi, calmando la nostalgia;
  • Programmare il rientro:programmare il rientro un paio di giorni prima darà il tempo di riabituarsi con calma alla routine;
  • Fare programmi: non chiudersi in casa ma organizzare cene e aperitivi con amici, o gita fuori porta, permetterà di concedersi momenti piacevoli per ricaricarsi… anche se si è tornati al lavoro!
  • Fare esercizio fisico: per stimolare la produzione di serotonina che aiuta a migliorare il buon umore;
  • Coccolarsi: mantenere i buoni propositicome dedicare più tempo a sé stessi (leggere, fare una passeggiata o un bagno rilassante, ascoltare musica, meditare);
  • Porsi obiettivi: non cose grandi ma piccoli impegni da realizzare e raggiungere nel corso dell’anno per sentirsi efficaci ed orgogliosi di sé stessi;
  • Aprirsi al cambiamento: il rientro dalle ferie innesca pensieri e riflessioni anche sulla propria vita, portando a fare dei veri e propri bilanci. Può essere una buona occasione per migliorare alcuni aspetti della nostra vita e rinnovarci!
In conclusione…

Trovare il modo di conservare il “mood” estivo anche nei mesi successivi portando nella nostra realtà quotidiana quello spensierato entusiasmo vissuto durante le vacanze, permetterà di ritrovare rinnovato benessere psicologico e un migliore equilibrio interiore. La depressione post-vacanze, quando circoscritta ad un breve periodo, può essere utile per guardarci dentro e creare nuovi obiettivi. È importante ricordare però che se i sintomi persistono e aumentano di durata o intensità, è utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa esservi di sostegno per superare questo passaggio.

dott.ssa Deborah Feleppa -Psicologa, psicodiagnosta

 

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