Quando si parla di vaccini l’obiezione che più frequentemente si osserva è data dal rischio di reazioni anafilattiche, di solito rare, pari a 1,31 casi per 1 milione di dosi.
Attualmente, per la vaccinazione anti-Covid19, si è registrato un tasso pari a circa 11 casi per 1 milione di dosi somministrate.
La domanda che maggiormente viene posta in questo periodo di campagna vaccinale è se un paziente con storia di allergia possa essere sottoposto o meno a vaccinazione anti-Covid-19.
La risposta è Sì: chi è allergico non ha alcun aumento del rischio di reazione avversa al vaccino e presenta le medesime indicazioni a sottoporsi alla vaccinazione di tutti gli altri cittadini.
Tuttavia, le Società Scientifiche di Allergologia AAIITO e SIAAIC hanno stilato un documento per stratificare il rischio allergologico e meglio chiarire come comportarsi in pazienti con storia di pregressa reazione allergica:
- Non è corretto escludere “tout court” i pazienti allergici dalla vaccinazione;
- Pazienti con reazioni anafilattiche severe (con interessamento respiratorio e/o cardiocircolatorio) da altre sostanze/farmaci o affetti da particolari malattie come mastocitosi e asma bronchiale non controllato possono eseguire la vaccinazione, ma necessitano di una gestione più specifica e individualizzata che comporta l’osservazione prolungata, la premedicazione o la stabilizzazione della malattia di base;
- I costituenti dei vaccini per COVID-19 ritenuti attualmente sensibilizzanti sono presenti anche in altri medicinali in commercio, per cui si rende necessaria una conoscenza specifica di tale problematica, propria dell’allergologo;
- I pazienti ad alto rischio di reazione anafilattica severa devono essere vaccinati in ambiente idoneo con disponibilità immediata dei presidi per affrontare emergenze anafilattiche gravi. Il dosaggio della triptasi sierica dopo l’evento acuto (vale a dire da 30 minuti a 2 ore dall’inizio della reazione) è indispensabile per una puntuale caratterizzazione degli eventi anafilattici che dovessero avvenire in corso di vaccinazione;
- Nei pazienti affetti da asma grave trattati con biologici, la terapia non va sospesa e la vaccinazione deve essere posticipata di 48-72 ore. In caso di asma grave non controllata nonostante terapia ottimale (biologica e/o farmacologica) la vaccinazione può essere eseguita, ma in ambiente protetto, con osservazione di 60 minuti.
- Utile è sottoporre i pazienti, in anticipo rispetto alla seduta vaccinale, ad un questionario allergologico con cui verificare se hanno sofferto di anafilassi severa, se soffrono di asma non controllata, se hanno diagnosi di mastocitosi o se hanno avuto reazioni allergiche a precedenti vaccini o a PEG e Polisorbati. I pazienti con una sola di queste condizioni devono essere preventivamente inviati a visita allergologica, possibilmente con un accesso preferenziale e programmabile, per effettuare una diagnostica specifica che permetta di stratificare il rischio.
Fatte salve alcune categorie di pazienti sopra-elencati, la vaccinazione anti-Covid 19 deve essere effettuata nei pazienti allergici con un certo grado di efficacia e sicurezza.
Dott.ssa Loredana Della Valle – Allergologa e Immunologa Clinica