Sempre più persone affette da malattie reumatologiche si staranno chiedendo se possono sottoporsi a vaccinazione anti SARS COV-2, soprattutto in vista delle malattie autoimmuni delle quali sono affette e/o del trattamento immunosoppressore in corso. In aiuto ci vengono le raccomandazioni fornite dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR) che, pur in assenza di dati specifici sulle patologie reumatologiche, ribadiscono la necessità di praticare la vaccinazione nei pazienti reumatologici allo scopo di raggiungere in breve tempo una condizione di immunità nei confronti della malattia.
La vaccinazione è da considerarsi il più efficace strumento di prevenzione per la difesa contro l’emergenza pandemica che stiamo vivendo.
I vaccini attualmente disponibili in Italia (Pfizer/BioNTech, Moderna, AstraZeneca) non sono capaci di causare in alcun modo la malattia da SARS Cov-2 seppur i pazienti reumatologici effettuino terapie interferenti con il sistema immunitario; inoltre, i pazienti reumatologici non sono considerati a maggior rischio di contagio o a maggiore gravità di malattia.
Dunque, i pazienti reumatologici devono essere vaccinati secondo le medesime modalità in termini di dosi e di cadenza vaccinale che si applicano alla popolazione generale.
Se un paziente è candidato ad una terapia immunosoppressiva o immunomodulante è opportuno procedere alla vaccinazione prima di iniziare la terapia lasciando trascorrere almeno una settimana dall’ultima somministrazione del vaccino.
Per i pazienti con terapia in corso è opportuno stabilire con il clinico quale sia la strategia vaccinale migliore, andando in alcuni casi a considerare il “salto” di alcune somministrazioni.
Nei pazienti in terapia con cortisone (dose giornaliera> 10 mg) va considerato che la risposta al vaccino potrebbe essere attenuata o parzialmente compromessa ed è dunque importante valutarne la riduzione.
La terapia con Rituximab interferisce con la funzione dei linfociti B e compromette la produzione di anticorpi specifici; in questo caso la vaccinazione è consigliata almeno 5 mesi dopo l’ultima somministrazione.
I pazienti con malattie reumatologiche, autoimmuni e infiammatorie sono soggetti da considerarsi “fragili” pertanto sarebbe auspicabile valutarne la priorità nella campagna vaccinale in corso.
Dott.ssa Loredana Della Valle – Immunologa ed Allergologa